MARVEL
IT presenta:
I DIFENSORI
#64
Inferno0
Richmond Enterprises, New York City
Patsy Walker si sveglia dopo un paio d’ore di sonno
agitato. Non perché questa non è casa sua...Nottolone ha messo a disposizione del
gruppo le camere degli ospiti, lussuose quanto quelle di un albergo a cinque
stelle.
Non si preoccupa del perché; è una super-eroina, sa
di non dover fare troppe domande agli eccentrici miliardari che combattono il
crimine in costume.
E’ preoccupata perché oggi i Difensori metteranno in
atto il piano per sconfiggere Darklady una volta per tutte. Ha deciso che
questa sarà la sua ultima missione con i Difensori, e non sa cosa la preoccupa
di più: la possibilità di morire od abbandonare i suoi amici.
-Mi sono sempre chiesto perché hai scelto questo
look – dice una voce profonda e maschile, il cui suono congela il sangue di
Patsy.
Lei si alza, coprendosi con le lenzuola bianche:
l’intruso si volta verso di lei, con i suoi occhi al tempo stesso mostruosi e
tremendamente umani.
-Mefisto. Che sei venuto a fare?
Il demone ha in mano la maschera di Hellcat,
fissandone gli occhi vuoti come se pontificasse sul teschio di un vecchio
amico.
-Ahimé, Patricia! Per tutto il tempo che abbiamo
passato assieme ed il dolore che ti ho causato, conosco così poco la mia nuora
preferita.
Patsy sospira, strofinandosi gli occhi per
svegliarsi: oggi decisamente non ha
bisogno di questo.
-Okay, mettiamo le cose in chiaro. Anche ammesso che
tu sia il padre di Daimon...e tu non hai idea di quanti presunti parenti
saltino fuori quando tuo marito è “il figlio del diavolo”...noi due non abbiamo
più niente a che fare l’uno con l’altra. “Finché morte non vi separi” l’abbiamo
passato da un pezzo, visto che nel frattempo siamo morti e resuscitati
entrambi. Ora, se per favore vuoi tornare all’inferno...
-Non è di mio figlio che volevo parlare, Patricia.
Ma di quello che tu e gli altri cosiddetti “eroi” avete intenzione di fare,
oggi.
-A te che importa?
Il demone lascia cadere la maschera e cammina verso
la finestra, avvolgendosi con il proprio mantello rosso con fare teatrale.
-Sei a conoscenza del fatto che Darklady ha
intenzione di raccogliere tutti i dodici Sigilli del Cielo, vero?
-Ne ho sentito parlare.
-Vorresti conoscere la loro origine, e perché sono
così importanti?
-Forse, ma non da te – risponde la donna,
avvicinandosi al diavolo – Sai benissimo che non credo a una sola parola di
quello che dici, quindi perché non saltiamo i convenevoli ed arriviamo subito a
come hai intenzione di truffarmi?
-Con tutti e dodici i Sigilli, Darklady sarebbe
abbastanza potente da conquistare l’Inferno – viene al punto il demonio – In
questo momento, potrei tentare di convincerla a regnare al mio fianco sul regno
dei dannati...ma la sua fissazione per i Difensori complica le cose, ed il suo
potere la rende al di là delle mie capacità di persuasione.
-Cioè sei venuto a darci consigli su come
sconfiggerla. Spiacente, ma non seguiremo mai
un tuo piano...
-Non voglio che la combattiate, perché non sareste
in grado di vincere. Ma posso darvi questo – risponde Mefisto, estraendo
qualcosa dal mantello.
Patsy indietreggia temendo un attacco, ma il diavolo
le sta solamente mostrando una sfera di vetro al centro della quale brucia una
debolissima fiamma.
-Che cos’è? – chiede lei con curiosità e prudenza.
-E’ l’anima di Topaz, quella che ha venduto alle
forze oscure per ottenere il potere di Darklady. Vi propongo uno
scambio...l’anima di uno dei Difensori, in cambio della salvezza di...
-No – risponde categoricamente Patsy, dando le
spalle a Mefisto.
-“No”!? – ripete indignato il diavolo.
-Quanto stupida credi che sia!? Cos’è in realtà, un
demone nemico di cui ti vuoi liberare? O stai cercando di corrompere qualcun
altro? Se davvero avessi l’anima di Topaz, non la baratteresti così facilmente!
-Patricia, per la prima volta da quando sono ciò che
sono, qualcun altro ha il potere di sostituirmi. Non credi che farei qualsiasi
cosa per impedirlo? Cosa pensi che sia per me perdere un’anima, quando ne
possiedo miliardi di miliardi? Distruggere l’anima di Topaz è al di là persino
per il mio potere, ma qualsiasi altra cosa tu possa desiderare sarebbe la
semplicità assoluta. Una carriera di successo? Poteri che ti rendano superiore
ai tuoi compagni di squadra? Un’altra possibilità con mio figlio, forse? Nomina
il tuo prezzo, Patricia, e sarò ben lieto di pagare.
La risposta di Patsy Walker è un sonoro schiaffone
in faccia al diavolo, che indietreggia più per la sorpresa che per il colpo.
-Può sembrarti strano, Mefisto, ma non sono in
vendita. Ora fuori dalla mia stanza, prima che ti denunci per molestie
sessuali.
Carico di rabbia, il diavolo lancia a terra la sfera
di vetro e solleva il mantello, inghiottito immediatamente dalle fiamme
infernali.
-La scelta è tua! Se Darklady non metterà a fuoco il
vostro mondo e divorerà le vostre anime, ci rivedremo all’Inferno!
Le fiamme si dissolvono rapidamente nell’aria, così
come l’odore di zolfo. Un secondo dopo, un paio di mani femminili scardinano la
porta della stanza.
-Patsy! Che accade!? – esclama la Valchiria,
guardandosi attorno con la mano pronta a sguainare la spada.
-Niente; credo di aver fatto cadere un soprammobile
– mente Hellcat, cercando di non calpestare i cocci di vetro rimasti a terra.
-Improvvisamente ho avvertito una presenza...un’aura
di pura malvagità, proprio in questa stanza...invero, la tensione per
l’imminente battaglia deve avermi fatto saltare alle conclusioni.
-Non fa niente, Val. Perché non ripari la porta? Io
vado a farmi una doccia, prima di salvare il mondo.
Mentre la sua compagna di squadra si allontana, la
Valchiria nota una microscopica fiamma in mezzo ai frammenti di vetro.
La spegne calpestandola.
Nel
frattempo, sul tetto
Il sole sta per sorgere sulla città che non dorme
mai. Il Cavaliere Nero non ha avuto molta più fortuna nell’entrare nel regno di
Morfeo: le orribili immagini dell’ultimo scontro con Darklady lo tormentano
ogni volta che chiude gli occhi.
Sul tetto del grattacielo, la silhouette di
Nottolone risalta sull’alba come un grottesco gargoyle che attende la
battaglia. Diverse tonnellate di altissima tecnologia aspettano di essere
utilizzate; lo stregone nano Papa Hagg lievita nella posizione del loto, di
fronte alla macchina del tempo, impegnato in chissà quale meditazione.
Yvette Richmond osserva il marito da alcuni metri di
distanza, composta nel suo tailleur scuro come se aspettasse l’ennesima
riunione aziendale invece della fine del mondo.
-Buongiorno, Dane. Dormito
bene?
-Io non ho chiuso occhio, e Carol ha fluttuato
avanti e indietro tutta la notte.
-Mi dispiace; forse non avremmo dovuto insistere per
farvi restare qui. Con la velocità di volo di Carol, sareste potuti tornare a
casa vostra...
-Come fai ad essere così calma, Yvette? – chiede il
Cavaliere Nero.
La donna sorride, fissando Dane
Whitman negli occhi.
-Sono stata nei Vendicatori per anni, ho salvato il
mondo una trentina di volte ed ho combattuto durante le Crociate. Per me questa
è ordinaria amministrazione.
-Non è divertente, Yvette.
Tu non hai combattuto Darklady.
-Mentre tu lo hai fatto diverse volte.
-Esatto – risponde con convinzione il Cavaliere
Nero, rendendosi conto di essere stato incastrato – Okay, lo ammetto...forse
tutto quest’atmosfera da Inferno al cubo mi ha dato un po’ alla testa.
-Oh, so benissimo cosa intendi – risponde Yvette, tornando a guardare il marito.
-Kyle è fortunato ad
averti trovata. Francamente, ultimamente cominciavo a pensare che il suo nuovo
senso mistico lo stesse facendo andare fuori di testa.
-Non è semplice per lui, Dane...tu
ne sai qualcosa, di maledizioni. Kyle può sentire i
suoni di qualsiasi cosa, anche di quello che non fa rumore...e più passa il
tempo, più il suo udito mistico si fa potente. Eliminare quello che non vuole
sentire è uno sforzo tremendo.
-Il che vuol dire che probabilmente può sentire
tutto quello che diciamo. Yvette...anche per te non dev’essere stato facile, saltare nel tempo in quel modo.
Sapevo quanto eravate vicini tu e Kyle, ma...cos’è
che vi ha fatto decidere?
-Credo di aver capito di non poter aspettare che
quello che volevo accadesse, dovevo prendere una decisione. Ora se vuoi
scusarmi, credo che mio marito abbia bisogno di me.
La donna si allontana, andando a dare conforto a
Nottolone che sembra sempre di più immerso nei rumori silenziosi della città.
Il Cavaliere Nero si avvicina a Papa Hagg e parlando
a voce normale (sa che sussurrare sarebbe inutile) chiede:
-Hagg, la macchina del
tempo divora l’energia mistica. Potrebbe liberarmi dalla mia maledizione?
-Forse – risponde il mistico senza aprire gli occhi
– Ma tu e la Lama d’Ebano siete legati molto profondamente...ci sono
incantesimi legati all’eredità del Cavaliere Nero che sfuggirebbero ad un Mago
Supremo, figuriamoci ad un incantatore da strapazzo come me. C’è il rischio che
la macchina divori anche te nel processo.
Proprio in questo momento Miss Marvel arriva sul
tetto, con una mano davanti alla bocca:
-Potrei anche essere gelosa – sbadiglia.
-Ah, Carol; stavo soltanto... – inizia ad inventarsi
una scusa suo marito.
-Escogitando una qualche follia dell’ultimo minuto?
Una volta tanto atteniamoci al...sbaglio o sta piovendo?
Alcune gocce stanno iniziando a cadere. Miss Marvel
allunga il palmo di una mano, sulla quale cade una goccia rossa.
Rosso sangue.
-Uh-oh. Non è mai un buon
segno.
In
uno degli appartamenti dello stesso edificio
Patsy Walker chiude l’acqua della doccia, sospirando. E’ arrivato
il momento dell’ultima missione di Hellcat, e sta cercando di assaporare il
momento.
La vita da super-eroina le piace, ed ha cercato di
mantenerla nonostante le mille piccole e grandi tragedie che ha portato. Sa
però fin troppo bene che non potrà fare questo genere di vita per sempre, e
concludere la carriera con la sconfitta definitiva di uno degli avversari più
temibili che abbia mai affrontato è un pensiero tutto sommato confortante.
Mentre riflette su tutto ciò ed allunga una mano per
recuperare un asciugamano, una voce stranamente familiare si intromette nei
suoi pensieri:
-Sai, ci ho ripensato.
Patsy mette la testa
fuori dalla doccia, per osservare un demone familiare ammirarsi allo specchio.
E’ Mefisto, in una forma femminile.
-Io no: ti ho detto di lasciarmi in pace – insiste
Hellcat.
-Potrebbe essere divertente avere qualcun altro con
cui dividere il regno dell’Inferno...sai, per un essere che può assaporare ogni
peccato e perversione della storia umana, ci si può sentire tremendamente soli
nell’oltretomba.
-Ti consiglierei la sezione “Cuori Solitari” del Bugle, ma dubito proprio che tu ce l’abbia un cuore. Ora per favore vuoi lasciarmi in pace? Con
quella forma, la situazione è ancora più sbagliata di quanto sarebbe
normalmente.
-Immagina cosa significherebbe per l’Inferno avere
una regina dal cuore...puro – riflette Mefisto, pronunciando l’ultima parola
con supremo disgusto – O quantomeno non del tutto corrotto. Anche tu hai i tuoi
scheletri nell’armadio, sbaglio?
-Senti, se non te ne vai tu me ne vado io – risponde
Hellcat, coprendosi come meglio può con l’asciugamano ed avvicinandosi alla
porta del bagno.
Mefisto le impedisce di passare, prendendo nel
frattempo lo stesso aspetto di Patsy Walker...non della donna che è ora, ma della ragazza
innocente che era prima di avere a che fare con i Difensori. I suoi occhi,
però, brillano di perversa malvagità come quelli del demonio.
-Farei qualsiasi cosa pur di non cedere il mio trono
a Darklady, Patricia, persino donarlo a te. Riflettici, prima di
rispondermi...immagina quello che potresti fare per i miliardi di dannati che
bruciano vivi da millenni nel mio regno. Pensa molto bene a come potresti
alleviare il loro dolore.
-Okay, ci ho pensato sopra. No.
Mefisto cambia forma un’altra volta, apparendo come
la copia esatta di Daimon Hellstrom.
Appoggia delicatamente una mano sulla spalla nuda di Patsy,
parlando con voce suadente:
-Sei sempre stata attratta dai ragazzi cattivi,
Patricia...hai sempre subito il fascino del male. Perché non...
-Perché hai così tanta paura, Mefisto?
-Paura? – risponde sdegnato il diavolo, ritraendo la
mano e ritornando alle solite fattezze – Io, il principe dell’oscurità?
-Ti conosco, Mefisto. Non sei il tipo da fare
proposte tanto dirette...se tu non mi avessi rivelato chi sei ed avessi messo
in dubbio il nostro piano, forse ci
sarei cascata. Ma venire qui di persona, due volte a distanza di pochi minuti,
ed avanzare una proposta dietro l’altra? Devi essere proprio disperato.
-Non è la prima volta che stabiliamo un accordo,
Patricia...
-Dì pure quello che vuoi, non credo ad una sola
parola di quello che dici. Non è che sei così ansioso di ottenere l’anima di
qualcuno dei Difensori solo perché sai di non avere alcuna speranza di
rivederci all’Inferno?
-Lo scoprirete presto – risponde Mefisto
avvolgendosi nel proprio mantello e scomparendo nella propria ombra.
-Patsy, sbrigati! La battaglia sta per cominciare! –
la incita la Valchiria dall’altra parte del muro.
-Perché tutte le volte che il mondo sta per finire
sono sotto la doccia!? – si lamenta Hellcat, sbrigandosi a cercare il proprio
costume.
Nel
frattempo, sul tetto
-Sta proprio piovendo sangue – nota Miss Marvel,
aggiungendo sottovoce – Ci vorrà un’eternità per togliermelo dai capelli...
Finalmente Nottolone ricomincia a muoversi,
dirigendosi verso l’apparecchiatura:
-E’ il momento; sento che sta arrivando. Papa Hagg, inizia l’incantesimo; Cavaliere Nero, inizia a
riscaldare i generatori.
Le nuvole si fanno rosse, anche se l’alba è già
passata. Un vento gelido investe New York City, che soffiando veloce sembra
riflettere l’eco di grida lontane.
Yvette Richmond,
riparandosi dalla pioggia di sangue con un ombrello, inizia a tremare.
-Sarà meglio che io torni dentro. Buona fortuna.
-Andrà tutto bene; ti amo – risponde Nottolone,
avvicinandosi alla moglie per baciarla.
Un tuono così potente da far tremare tutto
l’edificio colpisce in quel momento, facendo perdere l’equilibrio ai Difensori.
Una rapida serie di fulmini neri colpiscono il suolo, accerchiando la sede
delle Richmond Enterprises come sorta di monito.
Lacerate dal fuoco nero che disegna un grande
pentagramma, le nuvole di sangue formano un passaggio...e Darklady è sulla
Terra.
Miss Marvel decolla dal tetto dell’edificio appena
al di sotto della velocità del suono, raggiungendo la strega in un batter
d’occhi: nessuno degli altri Difensori ha ancora fatto in tempo a vederla.
-Hey, Carol –
fa in tempo a dire, prima di colpirla con uno schiaffo...reagendo con la stessa
fatica con cui si scaccia un insetto fastidioso.
Il colpo è così potente da scaraventare Miss Marvel
a centinaia di metri di distanza, facendole attraversare da parte a parte tre
edifici e facendola schiantare in un marciapiede, dove si ferma a mezzo metro
di profondità.
-Anche io ero ansiosa di rivederti – sorride
Darklady, planando verso il grattacielo con le sue grandi ali demoniache.
La sua voce è indescrivibile, un tuono che raggela
l’aria. Nel suo aspetto non è rimasto praticamente niente dell’innocente Topaz:
innumerevoli cicatrici rosso brillante ne segnano il corpo, a malapena coperto
dai brandelli della Cappa delle Ombre che ora si insinua fino alle sue ossa.
Il Cavaliere Nero impugna la sua spada e Nottolone
rilascia gli artigli dai guanti, mentre Papa Hagg
ripete incessantemente un misterioso mantra. Yvette
osserva Darklady avvicinarsi sempre di più, e contro la sua volontà si ritrova
immobilizzata: l’aura di malvagità è quasi tangibile.
-Ho fatto un po’ di shopping, come vedete –
dice accarezzando i Sigilli impressi nella sua carne – Normalmente avrei un
po’ freddo svestita così, ma a qualcosa le fiamme dell’inferno serviranno pure.
-Lascia che Yvette si metta
al sicuro; questa è una faccenda tra noi, lei non c’entra niente – interviene
Nottolone.
-Sì, d’accordo...posso sempre torturarli con
calma dopo – risponde Darklady.
Immediatamente dopo, sia Yvette
che Papa Hagg si trasformano in statue di pietra. Darklady
sorride mostrando gli acuti canini e gli artigli affilati che escono dai suoi
guanti rossi, flettendo le ali demoniache.
-Non preoccupatevi, sono ancora vivi.
-Lo so, riesco a sentire il loro cuore anche se non
sta battendo. Sfortunatamente, sentirò anche il boom sonico.
-Quale boom...
Le parole successive sono impossibili da sentire:
Miss Marvel ha appena infranto la barriera del suono, sfruttando la velocità
per assestarle un pugno che potrebbe facilmente slogare la mascella di Hulk.
Darklady non si è mossa. Anzi, ha afferrato Carol
per una gamba prima che potesse volare via e tentare un secondo attacco...e se
non fosse per l’effetto del boom sonico, anche gli altri Difensori capirebbero
subito che le ha appena rotto la tibia destra.
Miss Marvel cade a terra, e stringendo i denti per
il dolore rilascia una scarica di energia contro la propria avversaria. Mette
tutto quello che ha in questo colpo, sapendo benissimo che non ne avrà un altro
a disposizione.
Come unica risposta, Darklady si rimette in sesto i
capelli.
-Carol! – grida il
Cavaliere Nero, correndo a difendere la propria moglie. Nottolone rinfodera gli
artigli, scuotendo la testa:
-Per una volta
sarebbe bello seguire il piano...
Senza considerare la maledizione della Lama d’Ebano,
Dane Whitman usa tutta la forza che ha per colpire
Darklady...che si limita a parare il colpo usando entrambe le ali per bloccare
la spada, senza toccarne la lama.
-Non sarà così facile, Cavaliere...se tu versassi
il mio sangue ti tramuteresti anche tu in una statua, non è così? Lascia che ti
scuoi vivo con le mie stesse mani, e poi ne riparleremo.
-Ascolta quello che dici, Topaz, non ha alcun senso!
Cosa speri di ottenere, torturandoci?
-Il mio nome non è “Topaz” – risponde la
donna con voce rabbiosa, afferrando il Cavaliere Nero per il costume. Miss
Marvel si ribella, e per tutta risposta Darklady la calpesta con uno dei suoi
stivali; il tacco è così appuntito da perforare la carne.
-Cosa voglio? Voglio le grida di tua moglie
mentre calpesto il suo cuore. Voglio le tue lacrime mentre ti faccio ingoiare
la Lama d’Ebano. Voglio che Nottolone veda con i suoi stessi occhi...dov’è
finito Nottolone?
La strega si guarda attorno: a parte i suoi due
avversari e le due statue immobili, non c’è più nessuno. Una figura avvolta in
un mantello si sta allontanando in volo.
-E’ scappato? E’ scappato!?
Lancia il Cavaliere Nero a terra, mentre dal tetto
escono tentacoli acuminati in pietra per immobilizzare l’ex Vendicatore e sua
moglie. Incredula, Darklady si mette le mani nei capelli.
-Non è così che doveva andare! Doveva essere un
trionfo di malvagità, di pura depravazione! Perché questo scontro fa così
schifo!?
-Non sai neanche perché lo stai facendo, vero? –
riesce a chiedere Miss Marvel, nonostante i tentacoli le tolgano il respiro.
-Che cosa? – protesta Darklady, avvicinandosi
all’avversaria e minacciando di cavarle un occhio nello stesso modo con cui
l’ha ferita poco prima – Secondo te perché lo faccio, Carol? Voglio farvi
soffrire più di quanto abbia mai sofferto chiunque!
-Ma non sai perché
– risponde Miss Marvel – Tutto quel potere...odio puro, lo sento persino io.
Fin troppo puro, perché non sai contro chi dirigerlo...così tanta rabbia senza
un bersaglio. Ti divora dall’interno, non è così?
-Darklady!
– chiama a gran voce una donna che potrebbe mettere a tacere una tempesta –
Lasciali in pace...è per questo che sei venuta qui, vero?
La Valchiria ed Hellcat sono appena arrivate sul
tetto. L’asgardiana stringe in mano la Spada Cremisi,
dove è racchiuso il potere degli ultimi Sigilli.
-Valchiria.
-Topaz.
-Vai all’Inferno! – grida Darklady volando ad
artigli spiegati.
-Per Asgard! – risponde la Valchiria, preparandosi a
staccare la testa all’avversaria.
La Spada Cremisi colpisce le ossa delle ali demoniache,
rilasciando scintille rosse. Gli artigli neri lacerano la carne, versando altro
sangue sopra quello che piove dal cielo.
E’ uno scontro epico, inavvicinabile da qualsiasi
mortale. Hellcat sceglie di non guardarlo neanche.
Cerca di rompere i tentacoli di pietra con gli
artigli del suo costume, usando tutta la sua forza per smuoverli.
-Tutto bene?
-Ho una gamba rotta, mi sanguina un fianco ed ho
delle spine di pietra in posti che non voglio nominare, ma per il resto tutto
okay.
-Dove accidenti è Kyle? Il
generatore è attivo, bisogna soltanto far entrare Darklady dentro la macchina
del tempo – si lamenta il Cavaliere Nero.
-Questi affari sono indistruttibili...aspetta, ho
avuto un’idea – risponde Hellcat, recuperando la Lama d’Ebano che è rimasta a terra,
incustodita.
Inizia a tagliare i tentacoli che tengono fermo il
Cavaliere, che subito si lamenta:
-Attenta...se versi anche solo una goccia del mio
sangue, la maledizione...
-Niente da fare...la spada riesce a tagliare la
roccia, che però si riforma subito dopo. Non credo che Val
resisterà a lungo...dovrò...
Hellcat si ferma, avvertendo una presenza alle
proprie spalle. Ed ha ragione: Mefisto è proprio dietro di lei, ad osservare la
battaglia.
-Dovresti cosa, Patsy? –
chiede il Cavaliere Nero.
Hellcat si alza in piedi, fissando di nuovo Mefisto.
-Loro non possono vedermi – chiarisce subito il
demonio – E’ il momento, Patricia. Solo la Lama d’Ebano può uccidere
Darklady...al prezzo della vita del Cavaliere Nero, lo so. Lui sacrificherebbe
volentieri la propria vita per salvare il mondo da una minaccia suprema...e tu,
Patricia? Sei una vera eroina, o soltanto una ragazzina spaventata con un
costume?
-Dovrò sconfiggere io Darklady – risponde Hellcat,
lasciando cadere a terra la Lama d’Ebano e correndo verso la battaglia.
La Valchiria solleva la Spada Cremisi, mettendo
tutta la propria forza divina nel fendente:
-Cadi, progenie di Muspelheim!
Darklady blocca il colpo con una mano sola, con
estrema semplicità. E nonostante tutti gli sforzi della Valchiria per
recuperare l’arma, la sua presa titanica sembra infrangibile.
-Tu sarai la più divertente di tutte, Val.
Torturare un’immortale dev’essere incredibilmente
remunerativo.
-Le tue magie diaboliche...non riusciranno...a
distruggere Midgard – risponde con faticala Valchiria: tutta la sua forza
sembra essere niente rispetto a quella che ha acquisito Darklady.
-Ancora così ottimista? Apri gli occhi, Val!
-Senti chi parla! – interviene Hellcat, saltando la
Valchiria ed affondando gli artigli negli occhi di Darklady. E’ abbastanza per
distrarla, e lasciare alla Valchiria l’occasione di recuperare la spada.
-Stupida ingenua! Credi che sia ancora così tanto
umana da farmi dei problemi per così poco? – ringhia Darklady, che si era
portata le mani agli occhi dopo essere stata ferita...prima di strapparsi la
faccia in un colpo solo.
-Per le labbra gelide di Hela
– resta a bocca aperta la Valchiria.
-Buon Dio...Topaz, cosa ti sei fatta? – chiede
Hellcat, disgustata dallo spettacolo.
Pochi brandelli di carne restano di quello che un
tempo era il volto di una donna, ormai il teschio sanguinante di un demone.
-Topaz è morta da
parecchio tempo, ormai. Ora c’è solo Darklady.
-Invero, c’è solo una cosa da fare – risponde la Valchiria,
impugnando nuovamente la Spada Cremisi.
Darklady si prepara, più mostruosa ed arrabbiata che
mai, allo scontro della sua vita. La Valchiria invece getta la Spada lontano
dal grattacielo, facendola scomparire oltre l’orizzonte.
-Cosa? Mi stai prendendo
in giro!?
Una fiammata di fuoco infernale investe la
Valchiria, prima che Darklady la afferri per il collo e la scaraventi con tutta
forza attraverso il tetto.
Mentre l’asgardiana
precipita piano dopo piano, realizza che è arrivato il momento della verità: è
sola, di fronte ad un nemico invincibile. Un gran modo per concludere una
carriera super-eroistica, in fondo.
-Ultime parole, Patsy?
-Vedi di sbrigarti.
Darklady corre verso Hellcat, pronta ad infliggerle
dolore oltre ogni descrizione. Per la prima volta da tanto tempo, Patsy Walker si ritrova a
pregare...che la sua avversaria non stia facendo caso a cosa si sta
avvicinando.
Hellcat salta all’ultimo istante, per non essere
uccisa da Darklady. Nello stesso momento, un oggetto raggiunge il grattacielo
Richmond appena in tempo.
E’ Nottolone, con l’ultima versione del suo jetpack sotto il mantello, ed ha in mano la Spada Cremisi.
La spada trafigge da parte a parte il corpo di
Darklady, che non si aspettava di doversi proteggere da un attacco del genere.
L’inerzia è sufficiente a scaraventare entrambi verso la macchina del tempo.
Hellcat atterra da un salto mortale, di fronte alla
consolle per il comando remoto della macchina del tempo.
-Nuovo jetpack, 500.000
dollari. Trasformatori di energia mistica, 60 milioni di dollari. Sconfiggere
la strega suprema premendo un pulsante, quello sì che non ha prezzo!
La macchina del tempo si attiva. Come previsto, i
suoi motori iniziano ad assorbire la magia di Darklady e a disperderla nel
flusso temporale...mentre i trasformatori regolano il processo, assicurandosi
che le persone all’interno della macchina non si muovano di un millimetro.
I tentacoli di pietra si riducono in cenere. Yvette e Papa Hagg ritornano al
proprio stato di esseri viventi. Le nuvole rosse si disperdono, immergendo la
città nella fresca luce del mattino. Il sangue che era caduto dal cielo è ormai
solo una piccola rugiada.
All’interno della macchina del tempo, Nottolone sta
tenendo ferma Darklady per evitare che esca dal raggio di azione della macchina.
La Spada Cremisi si dissolve in una fine polvere rossa. Gli artigli di Darklady
cercano di graffiare il volto dell’eroe...ma non sono più artigli mostruosi:
sono le dita di una donna.
-Sembra che tutto stia funzionando – nota la
Valchiria, tornata sul tetto dopo aver scalato chissà quanti piani. Molte delle
sue ferite si stanno già rimarginando.
-E’ stato un bel rischio...se Darklady avesse avuto
un po’ più di lucidità mentale, avrebbe capito che Kyle
non era scappato: stava aspettando il momento giusto per attaccare – riconosce
Hellcat – Fortuna che mi sono ricordata che, nella direzione in cui era
fuggito, c’è un altro edificio della Richmond.
-La prossima volta che dobbiamo far perdere tempo ad
un nemico, però, l’esca la fa qualcun altro – interviene Miss Marvel, che
fluttua a qualche centimetro dal suolo per non appoggiare la gamba rotta – Mi
ci vorranno almeno un paio di
settimane per tornare in forma...
-Potremmo avere un problema – li informa il
Cavaliere Nero, che sta verificando i dati della macchina del tempo.
-Certo che ce l’abbiamo! – sbraita Papa Hagg – Avevamo programmato la macchina per annullare
l’energia di Darklady, ed era a malapena sufficiente! Adesso che deve gestire
anche la Spada Cremisi, oltre al fatto che pure Nottolone è finito là dentro...
-Kyle? – dice
preoccupata Yvette.
Subito dopo c’è una abbagliante esplosione. Rossa.
Quando i presenti si riprendono dal bagliore
improvviso, la macchina del tempo è sparita. Tutti i macchinari ad alta
tecnologia sparsi per il tetto delle Richmond Enterprises
sono in fumo, in fiamme o ridotte a brandelli.
-Ecco cosa
capita quando si mischiano magia e tecnologia...boom! E un gran casino – dice Papa Hagg
calciando uno dei rottami.
-Avrà funzionato? – si chiede Miss Marvel.
Dove prima si trovava la macchina del tempo ora ci
sono due persone. Nottolone si sta rialzando, barcollando leggermente. Di
fianco a lui c’è una donna nuda, bionda, che sembra aver perso i sensi. I
Difensori non la vedono da molto, molto tempo.
-Topaz – la riconosce
Hellcat.
Nottolone si appoggia alla moglie per rimettersi in
piedi, visibilmente scosso ma altrimenti illeso...molto più degli altri, dato
che non ha partecipato alla battaglia.
-Come ti senti, Kyle? –
gli chiede Yvette.
-Decisamente stordito. Cos’è successo? C’è stato un
incredibile lampo rosso e...ed io l’ho...visto?
Nottolone si toglie la maschera, ed i suoi compagni
di squadra distolgono immediatamente lo sguardo: sanno che, da quando Darklady
gli ha strappato gli occhi, non è una bella vista. Yvette
non ha paura di guardarlo in faccia, ed il suo volto si illumina:
-Kyle, i tuoi occhi! Hai
di nuovo gli occhi!
-Yvette...riesco a vederci
di nuovo! Sei...
Nottolone non riesce a dire altro, impegnato com’è
dall’improvviso bacio della moglie.
-Com’è possibile? –
chiede Miss Marvel.
-Siete proprio duri voialtri, eh? –interviene Papa Hagg, che si sta accendendo un sigaro che ha appena evocato
– La macchina ha eliminato qualsiasi traccia di magia da quello che si trovava
all’interno...compreso l’incantesimo che Darklady gli aveva fatto.
Sfortunatamente, immagino gli abbia anche tolto l’udito mistico.
-Hai ragione, non riesco a sentire niente che non
sentirebbe un comune essere umano.
In mezzo alle congratulazioni, la Valchiria si china
per sollevare il corpo di Topaz che il Cavaliere Nero ha coperto con il proprio
mantello.
-Che ne sarà ora di lei? La maledizione che
attanagliava il suo cuore sarà stata debellata?
Gli occhi di tutti i Difensori sono sul volto di
Topaz, che la Valchiria tiene tra le sue braccia come se si trattasse di una
bambina. Non dimostra più di vent’anni.
Sembra così giovane e così innocente, eppure è lo
stesso mostro che ha scatenato l’Inferno sulla Terra e che lo avrebbe rifatto
volentieri.
O forse no?
-Destati, Topaz...sei di nuovo tra di noi – la
sveglia la Valchiria.
Topaz apre gli occhi, e con sguardo spaventato si
guarda intorno. I volti sorridenti e pieni di speranza dei Difensori la
fissano, e l’espressione di disorientamento lascia spazio a qualcosa di molto
più rabbioso.
-Non ti ho ancora uccisa!?
Le mani di Topaz si stringono attorno al collo della
Valchiria, stringendo con tutta la forza della ragazza...ovviamente senza
conseguenze. Topaz si guarda le mani, nuovamente umane, e con voce disperata
chiede:
-Cosa mi avete fatto? Cosa mi avete fatto!?
La Valchiria la lascia andare, e Topaz si
inginocchia a terra stringendo la testa tra le mani. I suoi occhi sono
spalancati, folli, mentre fissa un Difensore dopo l’altro:
-Uccido te! E anche te! E anche te! E anche te! E
anche te! Vi uccido tutti! Vi uccido tutti!
-Oddio...cosa le abbiamo fatto? – chiede Miss
Marvel.
Un applauso distrae l’attenzione dei Difensori:
seduto sulle macerie fumanti, Mefisto sta battendo le mani.
-Ben fatto, Difensori. Ben fatto davvero.
In un’altra occasione, gli eroi starebbero già
combattendo il demonio. Ora sono troppo stanchi, fisicamente e soprattutto
mentalmente, per pensarci sopra.
-Seriamente, Mefisto: in che lingua devo dirti di
toglierti dai piedi? – chiede Hellcat.
-Se hai qualcosa a che fare con quello che è
successo a Topaz... – lo minaccia il Cavaliere Nero.
-Credetemi, Difensori, se avessi avuto la
possibilità di fare di quella strega ciò che volevo...ma non è il momento di
pensare al divertimento. Avete fatto un bel lavoro, condannando la sua anima
per sempre.
-Oh, ma per piacere – reagisce incredula Hellcat.
-Dissipando l’energia oscura che era legata a lei,
avete ridotto a brandelli la sua anima...impedendomi di impossessarmene.
Davvero un bel lavoro, sono costretto ad ammetterlo.
-Dacci un solo buon motivo per crederti – risponde
Miss Marvel.
-Non ho alcuna ragione per mentirvi – alza le spalle
Mefisto.
-Per esperienza, so che a volte menti giusto perché
ti diverte farlo – interviene Hellcat. Poi realizza qualcosa, improvvisamente,
e schiocca le dita esclamando:
-Ma certo! Tu volevi che la mandassimo all’Inferno,
vero?
-Non so di cosa stai parlando, Patricia...
-Tutti quei discorsi su come dovevamo fermarla ad
ogni costo...volevi che la uccidessimo. Hai detto di sentirti solo e di
desiderare una regina...ma non potendola controllare né uccidere, avevi bisogno
che qualcuno la mandasse da te.
-Sarebbe davvero un male così grande? – chiede il
demonio – Pensateci: questa donna ha venduto la propria anima (sfortunatamente
non a me) per ottenere il potere di torturare il mondo. Ed anche dopo che avete
cercato di salvarla a tutti i costi, quando ha dovuto scegliere un bersaglio
per il proprio odio, ha scelto proprio voi. La sua malvagità nei vostri
confronti ha colpito persino me! Sono certo che considerate l’idea di regnare
al mio fianco come un fato peggiore della morte stessa. Topaz non si merita
forse questo ed altro?
-Topaz era una nostra
amica – risponde Nottolone – E per quanto sia caduta in basso, gli amici non
lasciano che altri amici siano schiavizzati dal diavolo.
-Fate come volete – alza le spalle Mefisto, mentre
una nuvola di zolfo inizia ad avvolgerlo – Non è più immortale, sapete. La sua
follia è al di là di ogni cura, mortale o divina che sia, ed un giorno finirà
all’inferno. Saprò aspettare. Ma sappiate questo, Difensori...vi siete
guadagnati il mio disprezzo, ed un giorno ci ritroveremo nel mio
regno...secondo le mie condizioni.
Detto questo, Mefisto scompare. L’unica ad avere
qualcosa da dire è Topaz, che continua a ripetere:
-Vi uccido tutti vi uccido tutti vi uccido tutti vi
uccido tutti vi uccido...
Una volta imbavagliata Topaz, il silenzio regna per
diversi minuti.
-Potrebbe anche avere ragione – si decide a dire la
Valchiria – Normalmente posso avvertire l’essenza vitale dei mortali...ma non
quella di Topaz. E’ come un guscio vuoto; non so se al suo interno è ancora
nascosta la sua anima, ma liberarla potrebbe invero essere impossibile.
-E’ la stessa cosa che ha detto Mefisto, quindi è
sicuramente falso – risponde il Cavaliere Nero – Forse un aiuto mistico o
psichiatrico...
-Samson e Strange forse potrebbero... – ipotizza Miss Marvel.
-No – è la risposta stentorea della Valchiria.
-“No” cosa?
-Topaz non è un’innocente
malata, o la vittima di un raggiro metafisico. Ricordate cosa abbiamo appreso?
Topaz ha volontariamente venduto la
propria anima al male per divenire Darklady. Ha causato immense atrocità e
dolori; non si merita forse una giusta punizione?
-Facile a dirsi – riflette Miss Marvel – Vorresti
metterla in prigione? Non ha infranto nessuna legge...ed anche se una parte di
me sarebbe contenta se la giustiziassimo, so che è sbagliato. Per non parlare
del fatto che finirebbe dritta tra le braccia di Mefisto!
-Considerando quanto si è accanito su di lei, in qualsiasi
luogo sulla Terra sarebbe vulnerabile a Mefisto. Quando si fissa su un’anima è
impossibile fargli cambiare idea, credetemi – è la posizione di Hellcat.
-Allora è deciso – risponde la Valchiria.
Senza che nessuno degli altri abbia ancora capito perché,
un raggio di luce scende dal cielo...e su di esso, un cavallo bianco con le
ali.
In
un’altra dimensione
Un uomo ed una donna biondi, all’apparenza il
culmine della perfezione fisica umana, osservano una ragazza rannicchiata
nell’angolo della propria cella.
Indossa abiti estremamente semplici, più degli
stracci in realtà, e ripete in continuazione la stessa litania allucinata:
-Vi uccido tutti vi uccido tutti vi uccido tutti vi
uccido...
-Invero, vi sono eternamente debitrice per questo
favore – ringrazia la Valchiria.
-Non parliamone nemmeno, Brunnhilde. I miei doveri
ad Asgard possono tenermi lontano da Midgard, ma il mio legame con quel mondo è
ben lungi dall’essere reciso.
-Comprendo, o possente Thor. Il mio posto adesso è
su Midgard, ma se avessi bisogno di me metterò le mie armi al servizio di Asgard...
-Questo mi ricorda, Brunnhilde...dov’è la tua
leggendaria spada, Dragonfang?
-L’ho...persa. E’ una lunga storia, Thor...molte
cose sono successe durante la mia ultima permanenza a Midgard. Ritenete
possibile curare la follia di Topaz?
-Interpellerò i migliori dottori di Asgard, e forse
mio padre potrebbe conoscere qualche incantesimo utile. Eppure, il dubbio
permane: questa donna non dovrebbe essere curata e giudicata dai mortali?
-Come Darklady ha preteso di essere considerata una
dea, Thor. Dovrebbe essere giudicata come tale...e dato che Mefisto ha giurato
di ottenere il controllo della sua anima, questo mi è parso l’unico luogo
sicuro.
-Le prigioni di Asgard sono le meglio protette di
tutti i nove mondi, Brunnhilde. Se quell’essere tenterà di irrompervi,
assaggerà in prima persona il potere di Mjolnir.
-Invero... – sospira la Valchiria.
-Le tue parole mi pargon
tristi, Brunnhilde.
-Il gruppo di mortali di cui faccio parte, i
Difensori, stanno per sciogliere le proprie fila un’altra volta. Anche se,
tecnicamente, non ci siamo mai riuniti...non sono sicura di potermi spiegare.
-Non serve. Io stesso, talvolta, provo nostalgia per
le mie pugne su Midgard in compagnia dei potenti Vendicatori...assapora ogni
momento in loro compagnia, Brunnhilde, perché le loro vite sono così
tragicamente brevi.
-Credo che lo farò, o possente Thor...ho trovato la
vita tra i mortali molto gratificante.
-La tua compagnia e la tua abilità in battaglia
mancano a molti su Asgard, Brunnhilde. Se mai tu desiderassi riprendere il tuo
giusto posto alla guida delle Valchirie...
-Un giorno, forse, mio signore. Un giorno.
Le due divinità si allontanano, richiudendo le porte
della prigione. Topaz li segue con lo sguardo.
-Vi uccido tutti vi uccido tutti vi...oh, meno male:
pensavo non se ne sarebbero più andati. Ora, come accidenti mi tiro fuori da
questo casino?
Midgard
Aeroporto
LaGuardia, New York
Cinque persone all’apparenza normali camminano tra
la gente comune. Una bionda statuaria trasporta senza il minimo problema il
voluminoso bagaglio di Patsy Walker,
mentre Dane Whitman spinge la carrozzella su cui si
trova sua moglie.
-E’ ridicolo, potrei superare uno qualsiasi di
questi aerei e me ne devo andare in giro su una sedia a rotelle – protesta
Carol Danvers.
-Secondo la dottoressa Foster non devi sforzarti più
del necessario, o anche con il tuo fisico potenziato la guarigione sarà più
dura – la redarguisce il marito.
-Scommetto che queste cose non succedono mai a
Capitan America. Stupide identità segrete – si lamenta ancora Carol.
-Invero, mi par di ricordare che quasi tutti i
nostri guai più recenti sono iniziati in questo stesso luogo – riflette la
Valchiria.
-Tra un’avventura e l’altra non ho avuto il tempo di
fare quello che dovevo a Los Angeles – si scusa Patsy
– A dire la verità avrei preferito partire direttamente per l’Europa, ma
tant’è. Hey, chissà che fine ha fatto Deadpool dall’ultima volta?
-Hai delle preoccupazioni assai curiose.
-No, sul serio, Val...è
come se chiudessimo il cerchio, no? E’ qui che è iniziato tutto quel casino dei
Sigilli...altrimenti avrei smesso con i Difensori da un po’.
-Guarda che i sigilli non c’entravano niente con Deadpool, era stato mandato dalla Fabbrica di Carne – la
corregge Carol.
-Ah, già. Se scoprite chi accidenti erano
scrivetemi, okay? Onestamente, sono rimasta un po’ curiosa in materia.
Dane Whitman si volta
verso Kyle Richmond, l’unico tra i presenti ad
indossare degli abiti che costino più di cinquemila dollari, e l’unico a non
aver detto una parola da quando sono entrati nell’aeroporto.
-Sei parecchio silenzioso oggi, Kyle.
-Mi sto solo godendo la compagnia dei miei amici...e
l’ultima volta in cui si riuniscono i Difensori.
La sua osservazione fa piombare il silenzio sul
gruppo, e scatena una rapida serie di occhiate confuse.
-Solo perché io smetto di essere Hellcat non vuol
dire che dobbiate sciogliere il gruppo!
-Tecnicamente non lo abbiamo mai neanche fondato –
ricorda Carol.
-Qualcun altro reclamerà il nome e l’eredità dei
Difensori, di questo ne sono certo – chiarisce Nottolone – E farò il possibile
per aiutarli. Noi abbiamo fatto il nostro tempo...Patsy,
tu hai intenzione di ritirarti. Val, tu vuoi crearti
una vita mortale. Dane, con il generoso stipendio che
ti passerò come scienziato capo delle Richmond Industries...sinceramente,
pensavo volessi metter su famiglia.
Dane e Carol sembrano
colti alla sprovvista dall’osservazione, e con un certo imbarazzo Miss Marvel
risponde:
-Ecco, in realtà c’erano ancora un po’ di...non te
la prendere, Kyle, ma sono un po’ fatti nostri.
-E tu, Kyle? – chiede la
Valchiria, avendo capito che è il caso di cambiare argomento.
-Io? Ho perso il mio udito mistico. Ho ancora il mio
addestramento ed i miei gadget, ma la forza e l’agilità notturne di Nottolone
sembrano diminuire. Mi sono sposato, sono il centesimo uomo più ricco del
mondo...le cose cambiano. Forse è il momento di appendere il mantello al
chiodo.
-Copione – lo schernisce Patsy
– Beh, immagino che sia normale che le cose vadano così...dopo questi ultimi
mesi pazzeschi, ci meritiamo tutti un po’ di calma.
-Attenzione ai
signori viaggiatori – interviene una voce da un altoparlante – Vi preghiamo di dirigervi con calma
all’esterno dell’aeroporto usando le apposite uscite d’emergenza...ci è stato
segnalato l’attacco da parte di un super-criminale non identificato.
Mentre la folla si dirige in una direzione in preda
al panico, cinque persone all’apparenza normali volgono lo sguardo nella
direzione opposta.
Una donna si alza in volo da una sedia a rotelle, e
con un lampo di luce trasforma i propri abiti in un costume.
Un’altra si muove come per afferrare una spada
invisibile, ed in un batter d’occhio indossa un’armatura leggera.
Un uomo apre il proprio zaino per estrarne un elmo
ed un mantello, ed una spada indistruttibile compare per magia tra le sue mani.
Un altro slaccia i bottoni della camicia da migliaia
di dollari, per mostrare il costume che ha sul petto il simbolo giallo di un
uccello notturno.
Patsy Walker li osserva, avvertendo il richiamo del rischio e
dell’avventura, ed apre l’unico bagaglio che sta portando a mano.
-Oh, al diavolo.
Estrae una maschera blu e dei guanti con artigli,
che indossa con orgoglio.
-Difensori Uniti! – li incita Nottolone, ed i cinque
super-eroi scattano in azione.
Nella sala d’attesa, l’unica persona rimasta
nonostante l’allarme li osserva con una punta di invidia.
-Oh, quello sì che è originale...quasi da solo, vale
il prezzo di aver convinto quell’idiota ad attaccare l’aeroporto proprio
adesso.
Wade Wilson si alza in
piedi, disattivando il travestimento olografico. Mentre attiva il
teletrasporto, guarda verso l’alto come se fosse convinto che qualcuno lo stia
osservando ed esclama:
-Questo è tutto, gente!
FINE
Note
Sì, è davvero la fine per un breve e (speriamo)
particolare ciclo di Difensori. Ovviamente ringraziamo le guest-star
Thor che ritroverete sulla sua testata principale (prima o poi) e Deadpool che ritroverete...mah, da qualche parte. Tenete
d’occhio Vendicatori (!) ed Exiles (?) per future
apparizioni a sorpresa dei nostri (ex?) Difensori!
Ed infine ovviamente grazie a Fabio Volino per
avermi lasciato condurre la sua orchestra, a Carlo Monni per la supervisione, a
voialtri che siete sopravvissuti alla lettura (ma chi siete, poi?) ed
ovviamente a Wolverine per non essere mai apparso su queste pagine (in realtà
era sullo sfondo del numero 59).
Excelsior !